“Toata slava este a Domnului” … “din El prin El si pentru El sunt lucrurile toate”
Perché da Lui, per mezzo di Lui e per Lui sono tutte le cose. A Lui sia la gloria in eterno. Amen. Romani 11:36
Durante l’ultimo viaggio abbiamo imparato una canzone che conteneva esattamente questi versi presi dalla lettera di Paolo ai Romani e mai come in quest’occasione sono risultati così veri e significativi, soprattutto per me.
Ogni volta partire mi porta a provare emozioni contrastanti: l’angoscia di arrivare alle 3.00 del mattino in fattoria, le poche ore di sonno, la quantità di cose da fare, lasciare a casa la famiglia (mia moglie e i miei bimbi), faticare fisicamente per le tante attività da svolgere in pochi giorni e le tante battaglie spirituali da affrontare. Meno male che tutti questi pensieri ed emozioni svaniscono quando si arriva in aeroporto e si incontrano gli altri compagni di viaggio. Ci si incoraggia a vicenda, si ripassa l’agenda del viaggio, si scherza sui potenziali ritardi o inconvenienti durante la nostra permanenza. Ma ormai siamo più che rodati, anzi, c’è in noi un velo di sana spregiudicatezza nel non temere alcun potenziale ostacolo.
Il nostro gruppo questa volta è abbastanza nutrito: siamo in sei! Io (Orazio), David, Ludovica, Diana e due amici: i giovanissimi Ambra e Lorenzo.
Come al solito vengo rimproverato per l’agenda serratissima che ho preparato, ma le attività che vogliamo svolgere sono tante e cerchiamo di riuscire a fare tutto.
Vogliamo continuare a distribuire gli aiuti arrivati grazie alla raccolta invernale, vogliamo passare del tempo con i nostri “bambini” in fattoria, continuare la loro formazione spirituale, stare con loro e con gli Stroi, fare l’ora felice per i bambini di Rebricea, visitare i credenti della zona che ormai ci conoscono bene e ci riempiono d’affetto e di incoraggiamento ogni volta che arriviamo.
Ci sarebbero tante cose da raccontare, ma quello che in questo viaggio mi ha colpito di più sono principalmente due cose:
Luigi e la sua chitarra.
A settembre abbiamo pensato che fosse una cosa positiva regalare due chitarre ai bambini, perché abbiamo notato in loro uno spiccato interesse verso la musica. Mai potevamo immaginare che scatenasse, soprattutto in Luigi, una reazione così positiva. Non solo si è appassionato tanto ma è diventato anche bravissimo e allo stesso tempo molto disciplinato sia nelle sue attività scolastiche, sia in famiglia. I suoi progressi ci hanno stupito. In solo 4-5 mesi è in grado di accompagnare 2-3 canzoni. Mi ha letteralmente sequestrato per imparare il più possibile (non che io sia un vero chitarrista). La soddisfazione più grande è stata sicuramente vederlo suonare domenica mattina davanti la comunità di Pădureni (paese in cui è cresciuto e che abbiamo deciso di fargli visitare con noi, dopo quasi 2 anni di assenza). L’emozione è stata grandissima, soprattutto nell’incontrare i suoi vecchi amici del villaggio. Si sono ritrovati davanti un Luigi cresciuto, pulito, vestito bene e soprattutto, che sa suonare uno strumento.
Non poteva che essere “Gesù Cristo è tanto grande” il canto che ha suonato e cantato davanti alla sua gente e alla sua vecchia vita…
Scânteia: il carretto e la tutina rossa.
Il villaggio di Scânteia dista solo 6 km da Rebricea, dove abbiamo il nostro quartier generale: la fattoria.
Dio ci ha messo nel cuore di distribuire 30 pacchi alimentari con all’interno un nuovo testamento in lingua rumena. Domenica pomeriggio, al nostro arrivo, troviamo le famiglie con un nuvolo di bambini seduti in silenzio nella piccola chiesa evangelica battista del villaggio.
Distribuire è una cosa che ormai facciamo da anni, e con il tempo spesso diventa una cosa ahimè meccanica, quasi arida. Il cuore spesso si irrigidisce, un po’ ci si abitua alle scarpe rotte, ai vestiti strappati, consumati, ai visini sporchi, ai capelli arruffati, agli anziani che con la loro semplicità ti sorridono gioiosi di vederti. Tutti attendono pazientemente che gli venga dato il loro pacco… Dio perdoni la mia insensibilità!
Svolgiamo un piccolo programma di presentazione e predicazione del vangelo e distribuiamo i pacchi alimentari. Una volta usciti, noto i soliti carretti sconquassati con i loro cavalli stanchi e malconci. Quello che attira la mia attenzione è proprio uno di questi. Intorno si muove una famiglia con diversi bambini: ne conto 6, uno è molto piccolo, avrà 7-8 mesi… chiuso nella sua modesta tutina rossa, sale sul carretto in braccio alla sua mamma, che ha un sorriso raggiante, probabilmente per gli alimenti appena ricevuti. Suo papà ha il viso disteso; il resto dei bambini sale allegro sul carro. Il più grande avrà 12 anni e aiuta il papà a mettere in strada il cavallo per tornare verso la loro, sicuramente umile, capanna. Quel bimbo in quella tutina rossa, ha probabilmente l’età di mio figlio. Mi si stringe il cuore. Mi chiedo il perché di questi due destini così diversi e scoppio a piangere… Mi vergogno di me stesso. Spesso mi lamento del mio SUV perché è troppo piccolo per una famiglia di 4. I miei bambini hanno tutto, noi adulti abbiamo tutto, forse anche troppo… mi arrabbio con me stesso, piango ancora, ed urlo dentro di me: perché Signore!!??
David mi vede e mi incoraggia. Mi dice che il Signore sa perché li ha messi sul nostro cammino; siamo qui per questo, avere un peso nel cuore e sentirlo pesante è giusto. Dà una motivazione a quello che siamo chiamati a fare. Tutto assume di nuovo il giusto significato. Ringrazio Dio per avermi permesso di incontrare questa famiglia; non so chi sia, ma mi ha dato di più di quanto non abbia fatto io. Queste famiglie hanno ascoltato l’evangelo domenica 23 Febbraio. Dio gli ha fornito il cibo spirituale, noi un po’ di sollievo materiale. Preghiamo per il seme della Parola che è stato sparso e umiliamoci, ricordandoci quanto abbiamo e che responsabilità abbiamo davanti a chi non ha nulla.
Marco 14:7a Poiché i poveri li avete sempre con voi; quando volete, potete far loro del bene;
Il tempo non è mai abbastanza
Ci sembra essere appena arrivati, eppure è già Lunedì. Prima di partire ci riuniamo attorno al tavolo degli Stroi e preghiamo che il Signore possa continuare a benedire questa opera. Vediamo miracoli che si ripetono continuamente. Vogliamo pregare in grande, sperare in grande. Questo popolo ha bisogno di Dio per poter rinascere e le colonne portanti saranno proprio questi bambini, i giovani del futuro, adulti in grado di portare avanti quello che Dio ha iniziato con il nostro piccolo contributo.
Dio benedica la Sua Opera e a Lui sia tutta la Gloria.
Orazio Gentile
Qui di seguito i racconti di Lorenzo e Ambra sulla loro esperienza rumena.
Lorenzo
Un’avventura, una piacevole avventura quella che mi ha riempito il cuore lo scorso weekend e che ancora adesso mi riscalda.
Ho sempre pensato che i bambini avessero un qualcosa di più rispetto alle persone adulte. La sufficienza dell’età, la spensieratezza e il fatto che chiunque tratti loro con il giusto tatto. Tutto vero certo, ma questa volta, a differenza di ciò che succede di solito, una bella lezione di vita l hanno data a me questi bambini, capaci di farmi sentire in torto con quanto, nella vita di tutti i giorni, do per scontato senza mai soffermarmi.
Quei sorrisi, quei piccoli grandi gesti di questi piccoli nonché grandissimi bambini mi hanno rubato il cuore e tutto l’affetto che possiedo.
Penso di poter dire con certezza che da questa meravigliosa esperienza, le persone che hanno aiutato il prossimo siano state solo loro.
Ci hanno fatto riflettere parecchio a noi adulti.
Ci hanno mostrato l’importanza delle cose che si hanno e non focalizzandosi su quelle che non si posseggono.
Continuo a guardare le foto, i video e tutto ciò che possa ricordarmi quanto passato e non riesco a non sorridere piacevolmente con qualche lacrima dagli occhi.
Sono figlio unico e con piacere posso dire di aver trovato 6 piccoli fratellini di cui andare fiero per l educazione e il rispetto che questi hanno.Ambra
Sono già passati dei giorni dal rientro dalla Romania, ed é impossibile non pensare a quanto questa esperienza abbia fatto bene al cuore e all’anima. Continuo a guardare le foto fatte e vorrei tornare immediatamente dai bambini, dal primo istante che li ho visti sono entrati subito nel mio cuore. All’inizio ho avuto la presunzione di pensare di poterli aiutare io in qualche modo, ma in realtà sono loro che hanno aiutato me, mi hanno fatto sentire importante in un modo che neanche so spiegare. Una delle tante cose che mi ha sconvolto é il loro senso di protezione nei nostri confronti, il loro essere speciali e super intelligenti, l’umiltà e la loro sensibilità.
Inoltre penso che persone come Micaela e Nicu dovrebbero essercene di più! Non ho mai visto persone così forti e buone.
Questa esperienza inoltre mi ha dato modo di vedere con i miei occhi la povertà che realmente esiste nel mondo, mi ha insegnato a non dare nulla per scontato.
Che dire? Non vedo l’ora di tornare da loro!