Dopo un anno e mezzo dall’ultimo viaggio, anche io (David) ho deciso di tornare a Rebricea perché non vedevo l’ora di rivedere i ragazzi e anche i miei “amiconi” Nicu e Mihaela Stroi, vederli da vicino e non solo con la solita video chiamata e finalmente poterli riabbracciare. Avevo questo desiderio da tanto tempo e il Signore ha voluto che si potesse realizzare facendomi arrivare sano e salvo in Romania, visto che il volo di andata è stato abbastanza “movimentato”, infatti era in corso una tempesta proprio sopra Iasi (aeroporto di destinazione). Grazie a Nicu che è venuto a prendermi in aeroporto, sono arrivato a notte inoltrata, riposando beatamente in uno dei letti destinati all’interno della nostra fattoria.
Il mattino seguente ho potuto finalmente rivedere tutti. Mi è sembrato di essere stato lì solo una settimana prima, se non che i ragazzi mi sono subito apparsi visibilmente cresciuti: Luigi, un uomo ormai, Luiza e Lorena, delle signorinelle, Denis devo dire non troppo, per lui l’adolescenza è ancora lontana, poi le dolcissime Ionela e Patricia. È stata un’emozione bellissima. Grazie a Dio li ho potuti rivedere sani, salvi, cresciuti, belli, ma quello che più mi ha colpito piacevolmente, è vedere quanto siano diventati una vera e propria famiglia: come se tutti loro fossero davvero figli naturali di Nicu e Mihaela. Questa coppia ha fatto un lavoro veramente unico. Soprattutto quello che ha fatto in particolare Mihaela che ha dovuto gestire 5 ragazzi in DAD (didattica a distanza), deve essere stato molto impegnativo.
Per questo viaggio non ho fatto programmi o agende, ho pensato di passare semplicemente cinque giorni in fattoria come ospite; avevo soprattutto voglia di fare compagnia e incoraggiare e godere di questa splendida famiglia. Ho avuto modo di parlare moltissimo con Mihaela e anche con Nicu, girare con loro nelle zone dove lavorano e ho anche potuto godere delle bellezze e delle prelibatezze della fattoria, mangiando quello che viene prodotto direttamente li, quindi davvero a km=0.
Anche in questo gli Stroi hanno fatto tantissimo per rendere questo posto un ambiente ricco di alberi, prodotti ortofrutticoli, animali da cortile, per non dimenticare le api che producono un ottimo miele, e tanto altro che contribuisce alla sussistenza di questa numerosa famiglia.
Durante la mia permanenza ho avuto modo di seguire un nuovo progetto che stiamo portando avanti con Bethesda e portare gli aiuti economici per questo. Vogliamo completare la casa di Antonica prima dell’autunno. Lei è una cara donna con una storia molto toccante, e anche triste, la cui casa (capanna) attuale sta per crollare. Ma approfondiremo questo argomento in un prossimo articolo.
La visita alla chiesa di Padureni è ormai d’obbligo. Sono stato lì la domenica con Luigi (il nostro chitarrista provetto), Mihaela e l’instancabile Vasile (pastore della chiesa di Negresti). Ho avuto modo di condividere la Parola con la piccola comunità locale anche se in chiesa non c’erano tante persone, solo alcuni bambini, ragazzi e nuove mamme. Molti di loro che avevo incontrato in passato come adolescenti, ora sono diventati (purtroppo) a loro volta genitori. La triste storia delle gravidanze precoci si ripete ciclicamente, in un villaggio che ci rendiamo conto aver sempre più bisogno di noi, ma principalmente di Dio.
Ho rincontrato Maria, la nostra simpatica anziana, che vive di fianco la chiesa, che con la sua fede ci da sempre delle indimenticabili lezioni di vita cristiana. Purtroppo, ho appreso che non sta benissimo in salute, ha un problema per il quale dovrà essere visitata da uno specialista. Ovviamente siamo disposti ad intervenire con un supporto economico nel caso ci fosse bisogno di cure specialistiche.
Quest’anno i nostri studenti sono stati particolarmente profittevoli a scuola, per questo mi sono impegnato personalmente a rendere questo momento il più felice possibile, premiandoli con dei doni.
Li ho portati al Decathlon di Iasi dove hanno potuto scegliere quello che volevano, preferibilmente per cose utili nella vita di tutti i giorni.
Quello che più mi ha colpito sono state le parole di Lorena: “io ho già tutto quello che mi serve a casa… non ho bisogno d’altro”. Parole espresse con genuinità ma allo stesso con un contenuto così profondo e significativo per me, che mi ha lasciato piacevolmente sorpreso e allo stesso tempo imbarazzato nel pensare a quanto hanno i nostri ragazzi in Italia e quanto pretendono in più. Alla fine, qualcuno ha comprato un orologio, altri uno zainetto, o altri articoli sportivi. È stato un momento di festa ed è stato bellissimo vederli felici.
Quindi in questi cinque giorni di totale immersione, con lunghe chiacchierate con la famiglia Stroi ho avuto modo di parlare anche con Luiza, che incredibilmente parla un po’ di italiano. A dire il vero sappiamo che ha una propensione per le lingue, ma è comunque stupefacente quanto sia brava.
Ma è giunta subito l’ora della partenza e prima di partire ho fatto il tampone per poter salire in aereo e tornare in Italia e i ragazzi quasi speravano fosse positivo, così sarei stato “costretto” a fare la quarantena in fattoria, ma meno male non è stato così, anche se il pensierino di rimanere un po’ di più con loro me l’ero fatto :-). Grazie a Dio l’esisto è stato negativo e sono tornato a casa con il cuore pieno di emozioni e la la promessa di tornare presto. Forse a Novembre o Dicembre, vedremo quando il Signore lo permetterà.
Voglio infine lodare proprio il Signore per quello che ha fatto. Ancora una volta mi ha fatto comprendere che, nonostante il mio scarso impegno nell’ultimo anno e mezzo, Lui ha lavorato comunque, facendo tra l’altro cose incredibili.
L’Opera rimane Sua a noi il privilegio di poter partecipare con il poco che riusciamo.
A Lui sia la gloria
David Ferrante