Il nostro volo da Bergamo ha subito un po’ di ritardo, così Giacomo, Orazio, Federica ed io siamo arrivati a Iaşi, sotto una fitta coltre di neve, solo dopo la mezzanotte. Abbiamo noleggiato una macchina e siamo quindi arrivati in fattoria, sempre sotto la neve, nelle prime ore del mattino. La figlia di Nicu e Mihaela, Crina, ci ha dato il benvenuto e ci ha mostrato le nostre stanze: siamo così andati subito a letto a riposarci prima di trascorrere l’impegnativa giornata del sabato con i bambini.
È stato un risveglio piuttosto lento al mattino a causa della nottata, ma è stato bello essere accolti dagli abbracci di Nicu, Mihaela e Crina, così come dall’odore del caffè, appena entrati in cucina. Abbiamo anche incontrato i bambini, i cinque più grandi seduti in fila sul divano e la piccola Patri tra le braccia di Mihaela. È stato bello incontrarli avendo sentito e letto così tanto su di loro! All’inizio erano un po’ timidi, ma presto hanno iniziato a giocare con noi.
Poi è arrivata il tempo dell’ora “Ora Felice”. Nicu è andato presso i villaggi circostanti per prendere i bambini e portarli alla fattoria. Ha dovuto fare due viaggi in macchina perché non è stato ancora trovato un furgone sostitutivo (continuate a pregare per questo!). Questo sabato c’erano meno bambini del solito, perché la neve aveva reso impraticabili alcune delle strade di campagna. Una volta riuniti tutti nella sala della fattoria, abbiamo iniziato a cantare alcune canzoni di lode a Dio, con Orazio alla chitarra e Giacomo al tamburello. Sono rimasta colpita dall’entusiasmo nel cantare e dal modo in cui conoscevano le parole delle canzoni. È stato bello vederli e sentirli! Inoltre non mi sarei aspettata di intonare “10.000 reasons” in rumeno, ma alla fine del nostro breve soggiorno sapevo le parole a memoria! Mihaela ha poi condotto una breve lezione (in rumeno) sulla Bibbia prima che Crina entrasse per darci la notizia tanto attesa: la pizza era pronta! I bambini sono stati incredibilmente pazienti nell’attesa che gli venisse consegnata la loro fetta di pizza da parte dei “camerieri” e nessuno ha rifiutato il bis. Orazio ha diretto un gioco e tutti i bimbi si sono divertiti a correre, anche Patri! Anche io e Fede siamo state coinvolte in due squadre avversarie e rendendoci un po’ competitive … Purtroppo è arrivato il momento per Nicu di iniziare a riportare i bambini alle loro case, e, nell’attesa del proprio turno si davano calci a un pallone.
Più tardi quel pomeriggio, mentre Giacomo e Orazio si sono recati a comprare il necessario per i pacchi alimentari, Fede e io abbiamo insegnato un po’ di italiano ai cinque fratellini, con il consueto aiuto di Mihaela nella traduzione.
Sentendoli ripetere “siamo una famiglia”, più e più volte, mi ha reso così felice e grata a Dio, soprattutto sapendo che questa piccola famiglia si era appena ritrovata con il fratellone più grande Luigi! Quando Giacomo e Orazio sono tornati, abbiamo subito assemblato i pacchi alimentari e li abbiamo caricati sulle macchine per distribuirli il giorno successivo – molte mani rendono il lavoro più leggero come si suol dire. Per cena, Mihaela ha preparato la “ciorbă de perişoare”, una deliziosa zuppa rumena di polpette. A seguire, per mia sorpresa, ha tirato fuori dal forno anche due polli arrosto! Dopo cena, Orazio ha condotto un breve studio biblico, tradotto ancora da Mihaela. Io ho tenuto Ionela sulle ginocchia ed è stato difficile tenerla ferma: voleva solo giocare, specialmente quando ho commesso l’errore di usare la app Bibbia sul mio cellulare – i bambini sono interessati solo ai giochi! Tuttavia sono rimasta sorpresa dalla conoscenza della parola da parte dei più grandi e prego che questa conoscenza si trasformi presto in fede.
Domenica ci siamo alzati per tempo e siamo andati a Negreşti per l’adorazione mattutina nella piccola chiesa evangelica locale. Abbiamo cantato canzoni in inglese, italiano e rumeno, prima che il Vasile, il pastore della chiesa, portasse una breve meditazione biblica in rumeno: devo ammettere che non ho seguito molto (direi niente …)! A seguire ci siamo diretti poi al piccolo villaggio di Pădureni. Il viaggio è stato a dir poco interessante! Presto ci siamo lasciati alle spalle le strade asfaltate, oramai pulite dalla neve per percorrerne altre sconnesse coperte di neve e ghiaccio – a quanto pare era la temperatura era di -8 ° C. Circa a metà strada, abbiamo ricevuto una chiamata da Nicu, che era rimasto dietro di noi con Vasile e sua moglie Mia – erano rimasti bloccati! Così, appena arrivati a Pădureni, Giacomo ha dovuto tornare indietro a recuperarli con il nostro 4×4 noleggiato. Nel frattempo, noi siamo andati in chiesa, dove stavano aspettando al caldo molti bambini con le loro mamme. A sorpresa, c’era un solo uomo nella chiesa, gli altri probabilmente erano al “bar” sulla strada…
Ancora una volta abbiamo cantato canzoni rumene, coinvolgendo uno dei bimbi a suonare il tamburello in modo sorprendentemente naturale. Siamo stati anche intrattenuti da un assolo bellissimo e commovente di una delle ragazze. Dopo un messaggio biblico di Orazio, era giunto il momento di distribuire i pacchetti di cibo e alcuni dolci ai bambini. I loro sorrisi erano semplicemente fantastici! Sulla via del ritorno, ripensavo a ciò che avevo appena visto a Pădureni – la povertà di cui mi avevano parlato ma con cui non ero ancora pronta a misurarmi; i bambini sorridenti ma uno sguardo nei loro occhi che raccontava di una vita dura, mamme accoglienti e riconoscenti con lo stesso sguardo, l’assenza dei padri: mi sono sentita umiliata e grata per il lavoro che Bethesda è in grado di fare e prego che questo possa continuare e che la gente qui possa conoscere l’amore di Dio.
Quella sera, Vasile, Mia e due delle loro figlie sono venuti a cena in fattoria: nel pomeriggio i ragazzi si sono dedicati al barbecue mentre Fede ha insegnato ai bambini ancora un po’ di italiano. Questa volta, abbiamo affrontato le emozioni, gli ambienti all’interno e all’esterno della casa, con i bambini che hanno mostrato le loro abilità recitative. Anche se si sono divertiti, è stato triste per me e Fede constatare che le prime emozioni che venivano citate erano “pauroso”, “triste” e “vergognoso”, sentimenti probabilmente legati al loro passato. Siamo stati felici invece sentire Luigi intervenire con la parola “amato”, ed è stato chiaro nonostante il nostro breve soggiorno che è come li fanno sentire Nicu, Mihaela e Crina. Dopo aver svolto un altro studio biblico con i bambini, abbiamo dato il via alla nostra cena: la carne era davvero deliziosa! C’era quasi silenzio attorno alla tavola, nonostante fossimo in 16 ed è stato bello trascorrere del tempo con altra gente coinvolta nella missione Bethesda.
Lunedì mattina i bambini sono andati a scuola – sono ancora un po’ indietro nell’apprendimento, ma siamo sicuri che avranno tempo per recuperare – nel mentre noi quattro italiani siamo andati a girare a Vaslui.
Quando siamo tornati, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto un po’ di pulizie: il magazzino alimentare in particolare è stato pulito a fondo, così come la sala dell’Ora Felice. Successivamente nella nostra lista di lavori era previsto il riordino dei vestiti arrivati quella stessa mattina, donati dagli amici in Italia – avendo visto com’è la vita in questa parte della Romania-Moldavia, so che ne verrà fatto un buon uso! Abbiamo trascorso poi la maggior parte del nostro ultimo pomeriggio con i bambini, io e Fede abbiamo giocato un sacco con loro –e alla fine eravamo stanche dal correre che abbiamo fatto! Questo è stato anche il pomeriggio in cui Giacomo e Orazio, insieme a Nicu e Mihaela, si sono seduti a parlare con ognuno dei ragazzi. In generale, il loro comportamento da quando sono arrivati alla fattoria a dicembre, e a seguire con l’arrivo di Luigi, il mese scorso, non è stato rispettoso e Nicu e Mihaela si sono trovati in difficoltà soprattutto con quest’ultimo. La chiacchierata era complessa ma è sembrata andare bene. È triste vedere che si comportano così a causa della loro educazione, (o della sua mancanza), ma speriamo che possano mettere in pratica le regole stabilite dagli Stroi e farle loro diventando anche più amorevoli e rispettosi. Dopo l’ultima lezione di italiano, lo studio della Bibbia e la cena (almeno per questo viaggio), abbiamo cantato alcune ultime canzoni insieme. I bambini sono stati poi entusiasti quando Orazio ha tirato fuori la chitarra e ha permesso loro di provare a suonare – credo che la prossima volta gli abbia promesso una lezione di chitarra a questi aspiranti Eric Clapton!
È stato triste dire addio e abbracciare tutti i bambini martedì mattina prima che andassero a scuola – mi sono affezionata a loro in questo lungo weekend! Quando Nicu è tornato a casa dopo aver accompagnato i bimbi a scuola, lui e Mihaela sono stati “intervistati” da Giacomo, mentre Orazio riprendeva. La loro passione per servire Dio attraverso Bethesda è chiara, ma è stata dura per loro da quando i bambini sono arrivati in fattoria. Ma la loro preghiera per questi bambini è uguale alla nostra – che possano riporre la loro fiducia in Gesù e conoscere l’amore che Dio ha per loro.
Ovviamente stiamo ancora pregando per i processi legali in corso che decideranno dove i bambini vivranno a lungo termine – prega con noi per questo! Nicu e Mihaela hanno terminato la loro “intervista” esprimendo la loro gratitudine a tutti coloro che sostengono Bethesda, sia materialmente che spiritualmente. Dopo un’ultima tazza di caffè, è arrivato il momento di salutare anche Nicu, Mihaela e Patri, per poi tornare alle nostre diverse vite a Milano! Grazie per aver letto questo report, per le vostre continue preghiere e per il sostegno, Dio vi benedica!
Renée Schalks (traduzione Federica Candia)