Report – Campo ragazzi agosto 2016
Ed ecco giunto il giorno tanto temuto ma anche tanto desiderato. Luca, Claudio ed io (Max) siamo in aeroporto.
Sono le 15.00 di un caldo 4 agosto, giovedì. La destinazione è ancora una volta Iasi, Romania.
Sabato dovremo portare i circa trenta bambini, del poverissimo paesino rumeno chiamato Negrea, in una località montana tra i Carpazi, per il 1° campo cristiano estivo organizzato da Bethesda-Ama il tuo prossimo Onlus.
Nessuno sa bene cosa aspettarsi, nessuno ha mai organizzato un campo prima ma confidiamo nel Signore. Atterriamo puntuali verso le 18.00 e all’uscita dell’aeroporto troviamo puntualmente Nico e sua figlia Crina ad aspettarci.
E’ sempre bello rivederli, una vera gioia. Mentre ci spostiamo per raggiungere la fattoria chiediamo quale sarà il programma per i prossimi giorni e capiamo subito che è quasi tutto da improvvisare.
Dopo un’ottima cena con Micaela, Nico e Crina (Cristina, la figlia maggiore della famiglia Stroi, non la vedremo perché in Germania a lavorare) passiamo alcuni minuti in preghiera e ormai stanchi andiamo a dormire. Domani bisognerà fare la spesa. In più Micaela ci ha informati che l’autista è scomparso assieme al bus che dovrebbe portarci al campo e che il proprietario della società di noleggio non ha idea di dove sia.
Siamo un po’ scoraggiati ma continuiamo a confidare nel Signore.
Tutti pronti per partire. La mattina seguente, come da programma, andiamo a fare la spesa, che sebbene lunga e laboriosa offre la prima gradita sorpresa: spendiamo meno del previsto e, ovviamente, siamo contenti. Soltanto la notizia dell’autista continua a turbare le nostre menti; infatti risulta ancora irreperibile e nonostante siano passate diverse ore nessuno sa che fine abbia fatto. Micaela dice di non preoccuparsi perché magari “si è solo ubriacato e deve riprendersi”. Gia, perché mai preoccuparsi di un autista di autobus alcolizzato che deve portare 28 bambini in gita in montagna?! Torniamo alla fattoria e cominciamo a prepararci per l’arrivo dei bambini. Infatti passeranno la notte in fattoria e domani partiremo tutti insieme. Nico e Vasili, uno dei pastori della chiesa di Negresti, andranno a prenderli e li porteranno a Rebricea per cena. Per loro ci sarà tanta pizza fatta in casa da Crina e Micaela. Anche qui i bambini adorano la pizza!
Sono le 20.00 ormai ed i bambini cominciano ad arrivare. Sono entusiasti, e dopo i primi minuti di spaesamento, compare un pallone che rompe gli indugi: gran “partitella” prima di cena! Il campo è in discesa, il terreno duro, non ci sono luci ed è quasi buio ma ci divertiamo tantissimo! Dopo la pizza mandiamo subito i bambini a “dormire” nella grande sala dove facciamo l’ora felice e noi adulti prepariamo le ultime cose prima della grande avventura che ci aspetta domani. Siamo felici. Ringraziamo il Signore per la sua bontà e fedeltà. Certo manca ancora l’autista ma abbiamo una soluzione: ne verranno altri due con dei minibus.
Il Signore è sempre buono!
Ci siamo! È sabato mattina finalmente! I due piccoli autobus sono arrivati e sono anche belli. La giornata è stupenda e i bambini sono pronti. Si parte! Prima tappa: Negresti, per prendere il pastore Vasili e poi no-stop fino alle montagne! Ho parlato troppo presto: dopo
nemmeno dieci km, siamo già fermi. Non capiamo subito cosa succede. Vediamo molte bambine scendere dal bus riservato a loro e solo a questo punto realizziamo: devono rimettere! Questi bambini non sono assolutamente abituati agli spostamenti in macchina e soffrono terribilmente il mal d’auto. Ci aspetta un viaggio più difficile e soprattutto più lungo del previsto. Così, dopo quasi sei ore per percorrere circa 200 km, vediamo finalmente le montagne; la strada comincia a stringersi e a salire. Il traffico si fa intenso a causa di molti turisti che vengono a trascorrere anche solo il weekend da queste parti. La strada infatti porta ad un lago che è un luogo di villeggiatura rinomato. Ad un certo punto lasciamo la via principale e dopo una secca svolta a sinistra iniziamo a percorrere l’ultimo tratto del percorso, su una strada completamente sterrata, che ci porterà finalmente al nostro rifugio. Sono gli ultimi 40 minuti di sofferenza ed ora capiamo perché l’autista è improvvisamente sparito. Ci spiegano infatti che con un autobus grande non saremmo mai potuti salire da quella strada ma avremmo dovuto trasbordare i bambini in auto verso il campeggio, impiegandoci ore! Un vero incubo a cui nessuno aveva pensato e che il Signore, nella sua saggezza, ci ha risparmiato facendo scomparire il primo autista (tutt’ora non sappiamo cosa sia successo ma non è arrivata nessuna brutta notizia). Il Signore è sempre buono!
Ed eccoci a destinazione finalmente! Siamo stanchi ma contenti, così contenti che non ci scomponiamo neanche quando ci informano che il nostro alloggio non era disponibile perché’ infestato dai pidocchi. Ringraziamo il Signore ed accettiamo di alloggiare in un edificio più vecchio, con una piccola cucina, con due soli bagni a disposizione per 40 persone… ma che importa! I bambini corrono fuori a giocare non appena lasciate le cose nelle camere. Il viaggio è stato lunghissimo e dobbiamo già cominciare a preparare la cena. Giusto il tempo di una partita a pallone. Il gioco aiuta moltissimo a farci conoscere da questi ragazzi (alcuni sono adolescenti) e subito ci rendiamo conto di come tutti siano gioiosi ma anche rispettosi ed ubbidienti, tanto che non dobbiamo mai faticare per farci ascoltare.
Decidiamo così di ritardare un po’ la cena e di sfruttare la bella serata per fare il primo studio biblico. I bambini cantano cantici e inni in rumeno al Signore che noi non capiamo, ma ugualmente siamo toccati. Poi io (Max) porto una piccola testimonianza e predico il vangelo del nostro Signore Gesù Cristo.Ecco perché’ siamo qui!
Ora possiamo cenare e dopo una bella doccia gelata (niente acqua calda!) andiamo a dormire distrutti: domani ci aspetta una lunga giornata.
La domenica i ragazzi si svegliano presto e dopo una bella colazione ci ritroviamo per celebrare il giorno del Signore. Cantiamo insieme e il pastore Vasili porta il messaggio dalla Bibbia. Terminato il culto passiamo il resto del tempo prima di pranzo a giocare. C’è chi gioca a
calcio, a pingpong, o con il frisbee, mentre noi, con alcuni bambini cominciamo a fare uno di quei giochi all’aperto dove si corre, si grida, si ride e ci si diverte… così tanto che dopo pochi minuti notiamo che il gruppo si è moltiplicato e la cosa ci riempie di gioia.
Cominciano a conoscerci e scopriamo che questi bambini sono molto affettuosi. Dopo pranzo andiamo a fare una piccola escursione prima di cena: una passeggiata verso una casa di montagna dove viene prodotto il formaggio. Al rientro, Luca conduce l’ultimo studio biblico del ritiro. In serata abbiamo chiesto di poter fare un piccolo falò per far cuocere ai bambini i mushmellow (piccole caramelle gommose). Purtroppo però, non siamo stati capiti e invece di un piccolo fuoco, il proprietario della struttura, ci porta a serata inoltrata e per diverse centinaia di metri nel fitto del bosco, dove accende enormi cataste di legno che avrebbero potuto incendiare una montagna intera! Niente caramelle al fuoco ma i bambini erano ugualmente felici. Abbiamo cantato e lodato il Signore in mezzo alla sua natura, poi soddisfatti torniamo indietro. Domani si ripartirà verso la fattoria.
Sono stati due giorni intensi. Siamo contenti di aver conosciuto meglio questi bambini e di averli visti felici nello stare con noi. Preghiamo che il loro cuore si apra all’evangelo. Adesso torneranno nelle loro case, a curare i campi o gli animali. Giornate più di lavoro che di gioco. Ne sono dispiaciuto, ma poi penso che anche Davide era un pastore di greggi prima di essere re e che Dio usa più contadini e pescatori che dei professori universitari quando vuole mostrare la sua gloria. Chissà che non ci sia un nuovo “Davide” o un altro Richard Wumbrand tra questi bambini.
Che Dio li benedica.
Amen