Ma Gesù {gli disse}: «Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro è adatto per il regno di Dio».
Luca 9:62.
Mentre sono sul viaggio di ritorno dalla Romania, è questo il versetto che mi rimbomba nella mente.
Questa volta è stato un viaggio più che altro organizzativo, fatto di incontri con i collaboratori e dedicato a svolgere la burocrazia necessaria per poter agire legalmente e in totale trasparenza con le autorità rumene e italiane.
In questi 9 anni di viaggi verso questa terra, così vicina (2 ore di volo da Bergamo) ma a volte così lontana dalla nostra quotidianità, ho sperimentato, emozioni contrastanti.
Forse la stanchezza, la lontananza dalla famiglia, le difficoltà oggettive (come la lingua rumena ostica per me…), o quelle burocratiche, mi hanno fatto tentennare verso l’impegno preso davanti a Dio diversi anni fa: quando assieme ad altri fratelli ci impegnammo per portare il Vangelo e sollievo materiale a queste povere persone in questa specifica area della Romania moldava.
Confesso che tante volte la tentazione di voltarsi indietro è fortissima, mollare, o trovare una qualsiasi giustificazione per tornare sui mei passi. Ma grazie a Dio, che è molto più fedele di me, questo non è successo. Tuttavia continuo a pregare che Lui possa sempre instillare in me e nei suoi servitori il volere agire (Filippesi 2:13), in modo che non possiamo essere trovati mancanti in nulla e persistere nell’impegno preso con Lui.
Dopo tutti questi anni, la situazione sociale nella Romania-Moldava non è cambiata più di tanto, sennonché, ora, tutti, anche nei villaggi più remoti, hanno uno smartphone in tasca con internet veloce.
Riflettevo che, non potendosi saziare di pane, almeno riempiono le loro giornate (e purtroppo le loro anime) di futilità e di ambizione verso modelli di vita occidentale: finti, irraggiungibili, che provocano un appiattimento della voglia di prendere la propria vita in mano, soprattutto nei giovanissimi, rendendoli sempre più depressi.
Il Golia della povertà e dell’indifferenza delle istituzioni è un gigante da affrontare. Gli strascichi del regime totalitario sono ancora molto evidenti; la piaga della corruzione, presente in tutti gli ambiti, continua a mietere ingiustizie sociali e a togliere chance di potersi mettere in gioco e desiderare una vita migliore. Chi può, parte per altre mete in Europa per tentare “la fortuna”, impoverendo ulteriormente questa terra.
Il nostro obiettivo, la nostra missione cristiana, è continuare a seminare nel cuore di queste povere persone.
Vogliamo perseverare nel nostro lavoro con i bambini, mostrando loro che c’è una speranza e che, un giorno, trasformati dal messaggio del Vangelo possano essere desiderosi di lavorare nella loro terra per costruire una vita basata sulla roccia (Cristo).
Durante questo viaggio sono stato incoraggiato nel vedere uomini, donne, ragazzi, italiani e rumeni, sedersi attorno ad un tavolo e iniziare a progettare, con la premessa che se non è il Signore a costruire la casa, invano si affaticano i costruttori (Salmo 127)
Abbiamo chiesto in preghiera a Dio di prendere in mano questo posto, la fattoria che gestiamo, le famiglie che da anni collaborano con noi e quelle che si sono offerte di aiutare, di darci uno spirito di collaborazione, di umiltà e di amore reciproco, con lo sguardo rivolto a Dio che è sovrano su questo progetto.
Sappiamo altresì che l’avversario sta lavorando per distruggere, ma noi siamo coscienti che Dio è onnipotente su tutto e tutti, soprattutto sulla vita delle persone che vorrà portare o togliere dalla nostra strada.
Non c’è nulla che possa fermare un suo disegno e noi siamo felici, ci gloriamo del fatto che Lui ci abbia dato l’onore di servirlo.
Tra i diversi progetti che vogliamo portare avanti c’è la visione di condurre più bambini possibili in un unico luogo dove possano imparare l’amore di Dio attraverso la speranza del Vangelo e dove possano avere un adeguato supporto scolastico. Cosi facendo avremo modo di poter individuare i casi più difficili per poter intervenire anche a livello umanitario e solidale.
Vogliamo lavorare con i nostri fratelli e sorelle che vivono nei villaggi più poveri per portare una buona testimonianza di fede e coinvolgere famiglie vicine di casa nei programmi che intendiamo avviare nella Fattoria Chedes Agape, come l’ora felice, i campi estivi, il doposcuola, e altre attività che potranno permetterci di condividere il vangelo, che è il bene più prezioso che possiamo dare a queste persone.
Siamo persuasi che non ci sarà nessun ostacolo così grande che possa farci desistere da questa visione. Possa Dio aiutarci e darci forza, “arruolando” nuovi soldati nel suo esercito di missione, per trasformare la terra che molti danno per spacciata, in un terreno dove cresceranno piante che porteranno molto frutto!
Ti chiediamo preghiera e, se Dio ha toccato il tuo cuore, puoi supportarci materialmente o praticamente. Se vuoi saperne di più, contattaci e saremo felici di raccontarti di più.
Dio ti benedica e al prossimo racconto.
Orazio Gentile
Bethesda ETS – Ama il tuo prossimo
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