Campo Ragazzi 2017
Da Milano a Rebricea.
Il furgone è strapieno in ogni suo spazio di bagagli e di donazioni (vestiti, scarpe, cibo, attrezzatura varia, una chitarra e anche una motozappa). Siamo entusiasti del viaggio e anche un po’ preoccupati per via dei circa 2000 km di strada che ci attendono attraverso territori pressoché sconosciuti.
Durante il viaggio abbiamo impiegato il tempo a disposizione come è nostro solito: scherzando, conoscendoci meglio, ma soprattutto pregando e ascoltando la parola di Dio… è solo infatti con la Sua benedizione e protezione che siamo riusciti, dopo 27 ore di viaggio attraverso il Nord Italia, la Slovenia, l’Ungheria e quasi tutta la Romania, ad arrivare finalmente alla fattoria Chedes Agape di Rebricea. E’ il 2 agosto alle 14.30 e siamo a dir poco stremati!
Ad attenderci, come di consueto, c’è tutta la famiglia Stroi, che ci offre un rigenerante pasto caldo in un torrido pomeriggio della Romania moldava.
Ovviamente ci siamo presi l’intero pomeriggio per riposare e rimetterci in forza poiché l’indomani saremmo ripartiti per il campeggio di Durau a circa 200 km dalla fattoria. Possiamo dire che abbiamo fatto il pieno di km in questo viaggio!
Partenza per Durau
È il 3 Agosto e alle 09.30 siamo tutti pronti ad accogliere in fattoria i 32 bambini che Paolo e Nicu, in più tranche, sono andati a prendere presso i villaggi della vicina Rebricea e della poco più lontana, ma davvero poco accessibile, Negrea.
Ad aggiungersi allo staff sono il responsabile della chiesa di Negresti, Vasile e sua moglie Mia.
Il clima che si respira è davvero festoso, i bambini sono estremamente eccitati ed impazienti di iniziare questa mitica avventura. Alcuni li conosciamo già perché hanno partecipato anche lo scorso anno.
Molti di loro non hanno mai viaggiato, e sono usciti di rado dal loro villaggio. Nei loro occhi è evidente ed inequivocabile la voglia e la felicità di fare qualcosa di semplice e unico allo stesso tempo: un campo estivo voluto e predisposto da Dio solamente per loro.
Alle 10:00, puntualissimo, arriva anche il pullman adibito al trasporto dei bambini ed alcuni membri dello Staff. Siamo diretti verso il territorio di Durau, nel distretto di Neamt tra le montagne dei Carpazi. Finalmente alle 10.30 si parte!
L’altra metà dello Staff segue il pullman dal furgone noleggiato in Italia, in modo da garantire sicurezza, assistenza e la massima serenità ai ragazzi. Certo molti di loro hanno avuto qualche problema di mal d’auto, ma è comprensibile considerando il fatto che non sono abituati a viaggiare e soprattutto a causa delle strade impervie della zona.
Dopo quattro ore finalmente arriviamo al campeggio di Durau e subito ci premuriamo di improvvisare il pranzo per tutti: panini al salame e frutta fresca.
Sanato così il nostro e soprattutto il loro appetito, ci siamo preoccupati di dare sistemazione ai bambini nelle apposite casette di legno, modeste, ma tutte munite di un comodo letto. Noi adulti invece alloggiamo in una zona adiacente alla cucina comune, probabilmente ricavata da un vecchio fienile, ma con il necessario per poter trascorrere le tre notti che ci aspettano nel campeggio. E’ un posto molto modesto ma a quanto pare viene usato come località di “villeggiatura” dai rumeni della regione. All’inizio siamo un po’ preoccupati che sia un posto poco adatto al nostro scopo, ma confidiamo nel Signore e iniziamo comunque ciò che ci siamo prefissati.
Ogni componente dello staff di Bethesda ha un compito ben preciso, ciascuno a seconda della sua naturale predisposizione.
- Davide e Paolo in cucina
- Claudio con il supporto di Alba, giochi e attività ricreative
- Orazio, con il supporto di Crina, Mia e Giacomo, alla musica e i canti
- Luca, alla conduzione degli studi Biblici
- La famiglia Stroi (Nicu, Mihaela, Crina e Cristina) con Vasile e Mia e l’immancabile Alba, assistono e sorvegliano i ragazzi durante le varie attività.
Nonostante l’importante responsabilità di fronte ai compiti assegnati, ci sentiamo quasi immuni da affaticamento e stanchezza e le ore accumulate di viaggio quasi non si sentono più. Siamo tutti felici di poter glorificare il nostro Dio lavorando per Lui e facendoci veicolo dello straordinario messaggio del Vangelo che tutti i bambini ascolteranno.
Ogni giorno è scandito da un programma abbastanza definito: un momento per i canti, per la meditazione e annesse attività ludiche legate alla lezione (disegni da colorare e versetti da imparare), per i giochi e le attività all’aria aperta, per le passeggiate, il pranzo, il tempo libero, i canti e la meditazione, per la cena, la condivisione di testimonianze personali ed il meritato riposo notturno.
Studi biblici
Lo studio e la meditazione della parola, di cui si è occupato Luca, si è basata sull’analisi di 4 versetti:
Salmi 37:4
Prendi il tuo diletto nell’Eterno, ed egli ti darà i desideri del tuo cuore.
Galati 5:14
Tutta la legge infatti si adempie in questa unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso».
Salmi 46:10
Fermatevi e riconoscete che io sono DIO; io sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra.
Luca 15:10
Allo stesso modo vi dico, vi sarà gioia presso gli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede.
Il messaggio dell’evangelo è esposto molto chiaramente durante le sessioni da venti minuti, anche con la preziosa traduzione di Mihaela e i ragazzi interagiscono abbastanza bene nei momenti di discussione e riflessione. Certo, parliamo di ragazzi intorno ai dieci anni che in genere non vedono l’ora di correre dietro una palla e divertirsi; ma siamo sicuri hanno recepito quello che è necessario per porre eventualmente le loro vite nelle mani del Signore.
Testimonianze
Durante le serate trascorse a cantare e a meditare la Parola di Dio, abbiamo ascoltato le testimonianze di Alba, Claudio e, la mattina prima di ripartire, anche quella di Orazio. Riteniamo che sia fondamentale far capire a questi ragazzi che siamo qui per un mandato preciso, quello di testimoniare ciò che è accaduto nelle nostre vite e del comandamento che abbiamo ricevuto dal Signore di diffondere il Suo Vangelo, soprattutto ai più poveri e bisognosi, aiutandoli materialmente e spiritualmente, come Lui stesso comanda nella sua Parola. Molti ospiti del campeggio hanno anche modo di seguire le testimonianze e gli studi che si svolgono sotto il capanno dove ci riuniamo. I nostri canti, gli studi, le testimonianze e l’aria festosa sicuramente li incuriosiscono. Di questo siamo felici.
Canti
E’ bello poter sentire la bocca dei più piccoli cantare le lodi al Signore. La lingua che si usa non è importante. Abbiamo solo dovuto imparare un po’ di canzoni, già note a noi in italiano, in lingua rumena. E’ stato bellissimo e allo stesso tempo molto divertente vista la difficoltà che abbiamo avuto con la pronuncia di alcune parole! Durante le prime serate i bambini erano un po’ timidi perché alcune canzoni non le conoscevano, ma l’ultima sera tutto il campeggio ci ha sentiti, perché i bambini hanno cantato finalmente a squarciagola! Andrei e Luigi, due ragazzi, hanno voluto cantare in momenti diversi alcune canzoni che avevano nel cuore. Poco è importata l’intonazione o la correttezza metrica: hanno cantato con il cuore e toccato sensibilmente il nostro. Le canzoni della tradizione rumena sono quasi tutte melodie in tonalità minori, sinonimo di
malinconia e sentimenti profondi, di nostalgia, che spesso sfocia in tristezza. Probabilmente rispecchiano in qualche modo quanto questo popolo ha dovuto sopportare e quanto faccia fatica ad uscire dalla triste e povera quotidianità.
Loro porteranno a casa un bagaglio di nuove canzoni, sicuramente un po’ più motivanti, fresche e gioiose di quelle della loro tradizione, noi invece non riusciamo a toglierci dalla mente il pezzo forte che loro ci hanno insegnato a cantare: Evangelia are putere!
Giochi
Claudio non ha avuto un compito facile nel farsi capire e farsi rispettare nel suo ruolo di organizzatore dei giochi, ma alla fine se l’è cavata egregiamente, sempre con l’immancabile supporto di Crina, Mihaela, e di tutto
il resto dello Staff rumeno! Ovviamente i maschietti avrebbero voluto giocare a calcio, ma questa volta le caratteristiche del campeggio non lo consentivano, pertanto si sono dovuti unire alle femminucce nei giochi più disparati, tra cui la pentolaccia, la patata bollente, il freesbee, ed in altre
gare di abilità.
Ogni mattina, prima della colazione Mia e Claudio si sono occupati del risveglio muscolare: quindi alle 7.30 tutti giù dal letto e via con una corsetta, esercizi di riscaldamento e sgranchimento delle articolazioni.
I pasti
Anche Paolo e Davide, i nostri chef “stellati”, non hanno un compito facile. La piccola cucina del campeggio è in condivisione con gli altri ospiti! Spesso viene visitata da personaggi abbastanza pittoreschi che cercano di interagire con i nostri chef, senza troppo successo purtroppo, visto il limite della lingua. Pur non avendo le condizioni e l’ambiente migliore per lavorare i due chef si sono decisamente superati, considerando che ogni giorno, per ogni pasto (colazione, pranzo, cena) hanno cucinato per più di 40 persone! Molti dei bambini non sono abituati a mangiare così regolarmente per così tanti pasti al giorno, per questo a volte, paradossalmente ci siamo trovati ad avanzare del cibo che abbiamo puntualmente riciclato in altre pietanze. Altre volte i bambini non sono riusciti ad apprezzare piatti italiani troppo elaborati, come la pasta al tonno o il risotto alla carne: forse per via del fatto che i loro palati sono abituati a pochissimi gusti. Abbiamo imparato una lezione importante: semplicità prima di tutto!
Durante i pasti non è mancata la frutta fresca e, nelle colazioni latte, pane, margarina e patè. La cosa per la quale mai smetteremo di stupirci è l’ordine e la compostezza che tengono a tavola; in genere questo senso di disciplina, a volte misto a timore verso gli adulti sono cose che difficilmente ritroviamo nei nostri bambini italiani. L’ultima sera, per ripagarli dello sforzo della lunga passeggiata sui monti, li abbiamo e ci siamo deliziati con una bella grigliata di cosce di pollo e mici (una salsiccia piuttosto agliosa tipica della Romania).
Escursione alla Cascada Duruitoarea
Finalmente nell’ultimo giorno di campeggio partiamo per un’escursione che farà divertire moltissimo i bambini e stancare tantissimo noi accompagnatori.
Andiamo alla Cascada Duruitoarea nel parco nazionale di Ceahlau. Abbiamo ben 4 ore di cammino tra andata e ritorno su un percorso boschivo e decisamente collinare, ritenuto semplice per i più allenati ma decisamente impegnativo per una comitiva di 32 bambini più una decina di adulti un po’ troppo “appesantiti”. Tuttavia ce la facciamo, dopo un sacco di soste e richiami all’ordine dei bambini un po’ troppo eccitati per l’avventura, arriviamo finalmente a destinazione. Lo spettacolo merita lo sforzo: una cascata di acqua lunga 10 metri ci si palesa davanti. Siamo tutti felici, ci rinfreschiamo e ci godiamo il momento. Ma il cielo minaccia un temporale e non è bello trovarsi nei boschi con lampi e tuoni, quindi, finite le foto di rito davanti alla
cascata prendiamo la strada del ritorno, che è decisamente più semplice dato che è tutta in discesa. Purtroppo ci accorgiamo che una delle bambine, Ana, ha le scarpe rotte. Ormai la suola è inesistente, ha i piedi totalmente nudi e doloranti. Non abbiamo scelta se non portarla in spalla per tutti e 6 km del ritorno. Orazio e Luca, si alternano per dividere lo sforzo.
Battesimo di Cristina
Già prima della partenza, Cristina (figlia di Nicu e Mihaela Stroi), aveva espresso il desiderio di farsi battezzare nelle acque del torrente adiacente al campeggio, per testimoniare della sua conversione al Signore Gesù e della salvezza ottenuta per fede in Lui.
Per noi tutti è stata una grande notizia. Quale occasione migliore per dare testimonianza? Alcuni di noi creano una specie di diga nel ruscello per avere “molta” acqua affinché il battesimo possa essere per immersione, come insegna la Parola. E’ domenica mattina e il campeggio è pieno di persone che ascoltano la testimonianza dalla bocca di Cristina ed assistono alla sua immersione nelle acque battesimali. La commozione per un’anima che viene salvata e che attesta la propria fede con il battesimo è tanta. Mihaela, Nicu, noi tutti, siamo felici di questo evento.
Tutti premiati!
Quest’anno abbiamo pensato di lasciare un ricordo del campo a tutti i partecipanti, incluso lo staff! Abbiamo preparato un diploma di partecipazione per ogni bambino opportunamente firmato dal nostro presidente per dargli una valenza ufficiale! E’ stato un momento molto bello quando, dopo la colazione, durante il nostro discorso di commiato, abbiamo chiamato uno ad uno i ragazzi ed abbiamo consegnato loro un plico con dentro il diploma, tutti i disegni con i versetti che hanno colorato e i canti che hanno imparato. Sarà un piccolo tesoro che conserveranno per tanti anni. Forse un giorno si ricorderanno di questi momenti trascorsi nelle loro vite. Forse il Signore avrà fatto breccia nel loro cuore attraverso quei ricordi e quelle testimonianze, non lo sappiamo ma possiamo pregare per questo.
Si torna in Fattoria
E’ il 6 Agosto, domenica, ci prepariamo pigramente all’ultima colazione e in seguito a preparare i bagagli per la partenza. Già un velo di malinconia ci assale. Siamo tutti molto stanchi e provati, diversi di noi purtroppo si sono presi un virus o un’intossicazione e sono stati molto male di stomaco, passando praticamente la notte in bianco. Probabilmente l’acqua non era del tutto potabile e ma l’abbiamo scoperto troppo tardi. Tuttavia non ci scoraggiamo e partiamo con il pullman dei bambini e con il nostro furgone alla volta di Rebricea. I bambini sono esausti e cercano di dormire, ma purtroppo soffrono la strada molto più dell’andata. La povera Mihaela è dovuta intervenire più volte per assisterli durante il viaggio. Dopo qualche ora siamo finalmente in fattoria. I bambini sembrano essersi ripresi e
incominciano a correre e giocare… mentre noi abbiamo come miraggio un letto dove dormire! Facciamo un’ultimissima foto con tutti i bimbi, li abbracciamo tutti e li vediamo sparire piano piano mentre vengono riportati a casa in più tranche.
Tutto lo staff italiano passa il pomeriggio e la serata a dormire, anche saltando la cena, per riprendersi dai malanni e dalla stanchezza. Nonostante l’indomani ci aspettano 2.000 km da percorrere per tornare a casa, ci sentiamo pienamente soddisfatti e felici per come è andato il campo.
Durante la cena con la famiglia Stroi abbiamo pregato che tutta l’opera fosse benedetta da Dio, chiedendo la misericordia di poter essere sostenuti dai fratelli e dalle chiese, affinché questo meraviglioso progetto spirituale continui per lungo tempo, finché il Signore lo desidera.
Si torna a casa
Alle 08.40 partiamo dalla fattoria di Rebricea per rientrare in Italia. Questa volta la tratta rumena la facciamo di giorno: è un viaggio decisamente più sereno, sebbene lungo e lento (media 50 km/h per 550 km).
Appena arrivati in Ungheria ci fermiamo per cena e per decidere come affrontare la notte. Paolo, Davide e Orazio si alternano alla guida, e come all’andata, passiamo il nostro tempo ad incoraggiarci e a riconsiderare quanto abbiamo vissuto nei giorni scorsi durante il campo. E’ una benedizione anche il viaggio di ritorno. Alle 10.30 di lunedì 8 agosto siamo a Verona,e per i fratelli Paolo e Giacomo Cestaro il viaggio termina qui. Davide, Luca, Claudio e Orazio si rimettono in auto alla volta di Milano. Il viaggio è abbastanza breve (150 km) e comodo. Alle 12.00 siamo tutti a casa, tranne Davide che dovrà partire il giorno dopo per Catania.
Conclusione
Abbiamo le energie fisiche e mentali esaurite, ma spiritualmente siamo tutti traboccanti di gioia. Siamo andati a lavorare nella vigna del Signore e ne abbiamo ricevuto la ricompensa. Ancora una volta siamo andati “per dare” invece abbiamo ricevuto. Cosa? La pienezza dello Spirito, la comunione con i fratelli e la certezza di aver compiuto delle opere buone che il Signore ha preparato da tempo per noi affinché le compissimo.