Campo Estivo Bethesda: 25-28 Giugno 2019
45 bambini, giochi d’acqua, corse, ritmo, canti, risate, insomma un normalissimo campo estivo verrebbe da pensare. Eppure, questi bambini così speciali, hanno trasformato questa esperienza da un campo ordinario ad una avventura straordinaria. È in credibile come, nonostante la lingua non sia la stessa, si possa comunicare così tanto con loro.
Un po’ goffa e in dubbio sul cosa fare, essendo stata la mia prima esperienza di campo estivo con Bethesda, questi bambini mi hanno accolta come nessuno. “Ludo, Ludo!” a cui seguivano tante parole che non capivo e tanti sorrisi ed entusiasmo che sono riuscita a sentire e comprendere solo quando li ho dovuti salutare.
Certo, non tutti i bambini erano felici, al loro arrivo sono stati sottoposti al controllo pidocchi, e molti arrivavano in uno stato di completo abbandono, senza vestiti puliti e con una gran fame. Nonostante abbia conosciuto ogni bambino al campo, mi rimarrà sempre in mente una ragazza in particolare, Ecaterina. Non sorrideva spesso, era sempre in disparte e non parlava con nessuno. In questi pochi giorni con lei ci siamo scambiate sguardi e sorrisi, solo alla fine del campo, al momento dei saluti, è venuta da me e con un gran sorriso mi ha salutata.
Questo è ciò che rende questo campo straordinario. Se per noi il sorriso di un bambino è normale, in quei 5 giorni è diventata la cosa più preziosa. Tutti loro vengono da situazioni di abuso, violenza familiare, abbandono, e questi 5 giorni, se pur pochi, hanno restituito il sorriso a bambini che sono costretti a crescere troppo in fretta.
Riportarli nelle loro case è stato difficile, vuol dire riportarli in una vita così dura che non possiamo nemmeno immaginare. Eppure, quella fattoria a Rebricea è davvero un faro nella notte per questi ragazzi e anche per me, che ho avuto l’onore di vedere la grande benedizione di Dio in un posto che sembra dimenticato.
Ludovica Modena