Tanti nuovi ospiti a Rebricea per una prima esperienza in Romania molto intensa e toccante.
Dal 3 al 7 Aprile la fattoria di Rebricea ha visto arrivare tanti nuovi ospiti, che per la prima volta (quasi tutti) hanno voluto passare qualche giorno con gli Stroi e con i nostri sei fratellini.
La famiglia Jones al completo (Keith, Deborah, Luca, Chiara e Sofia), che attualmente vivono a Rozzano dove diversi anni fa hanno fondato con la benedizione del Signore, Chiesa Veritas, sono arrivati nella tarda notte del 3 Aprile. I restanti ospiti (Emanuele e Ludovica ed il sottoscritto) sono arrivati nella tarda notte del 5 Aprile.
Grazie all’esperienza e all’intraprendenza instancabile dei Jones e del prezioso aiuto dei loro tre ragazzi, la vita in fattoria, durante questi 4 giorni, è stata davvero movimentata. Le attività che si sono succedute sono state tante: pulizia e tinteggiatura delle pareti della sala mensa, english after school con i compagni di classe di Luiza, ora felice con i bambini di Rebricea, visita alla chiesa di Negrești, visita alla chiesa di Pădureni, ma soprattutto tanto tempo passato con i nostri sei bambini e gli Stroi a meditare la Parola, a scambiare incoraggiamenti reciproci per i successi raggiunti da quando operiamo in questa terra e i nuovi obiettivi da perseguire.
E’ stato incredibile vedere come Luca, Chiara e Sofia si siano perfettamente trovati a loro agio con i nostri sei bambini. Keith e Deborah ci tenevano a mostrare le condizioni in cui possono vivere i loro coetanei rumeni per invitarli ancora una volta ad essere grati a Dio per quello che hanno. La lingua parlata dai bambini non è mai stato d’ostacolo, soprattutto perché i nostri bambini iniziano a masticare qualche frase in italiano e questo è un gran risultato per noi.
Tra le novità salienti di questo viaggio c’è stata l’introduzione, durante l’Ora Felice del sabato, di due programmi differenziati: uno per i teenager (sopra i 10 anni) e uno per i più piccoli. Non sono mancati canti, la pizza, i lavoretti artistici, tante risate e, visto il bel tempo, anche qualche calcio al pallone.
Durante lo spazio dedicato allo studio, e dopo aver ascoltato la lezione che Deborah aveva preparato appositamente per loro, i più piccoli si sono divertiti moltissimo in compagnia di Crina e Ludovica a fare attività ricreative e tanti giochi.
Con i più grandi invece abbiamo ritenuto che fosse tempo di affrontare argomenti più delicati: in Romania gli adolescenti sono molto precoci e vengono esposti (purtroppo) alla sessualità, alla violenza e all’immoralità sin dalla più tenera età. E’ stato utile chiarire bene questi concetti alla luce della Scrittura. Keith ha affrontato in maniera molto chiara e coinvolgente, lo spinoso argomento del ruolo dell’uomo e della donna (partendo dalla storia di Adamo ed Eva); ha parlato delle responsabilità dell’uno e dell’altra, del vaso più debole (la donna) e di come questo vada protetto e non trattato come un oggetto da frantumare in mille pezzi. Ha parlato di cosa significhi il matrimonio per il Signore e del fatto che la sessualità vada vissuta all’interno di quest’ultimo.
Domenica abbiamo passato un ottimo tempo con le chiese di Negrești e Pădureni. E’ stato emozionante per i nuovi ospiti partecipare ad un culto in rumeno. La chiesa di Pădureni era davvero stracolma di bambini accompagnati dalle mamme e, come al solito, da pochissimi uomini.
Molto toccante, dopo il culto, l’aver visitato la casa di Maria e Mihai, una coppia di settantenni che vivono proprio di fianco alla chiesa di Pădureni. Maria con la sua storia, la sua semplicità e la sua contagiosa felicità ci ha toccati profondamente.
Alla fine del viaggio abbiamo chiesto ai nuovi ospiti di scrivere le loro impressioni a caldo. Personalmente ci serve rivivere attraverso i loro occhi quella che rimane una realtà che ha ancora bisogno di tanti nostri sforzi, per alleviare dalle sofferenze e dalla fame (spirituale e materiale) la vita di queste persone, ricordando che quello che per noi è superfluo, per loro diventa estremamente prezioso.
Dai nostri ospiti:
Emanuele Sansone
“Riassumere un weekend in quattro righe… troppo difficile!
Quello che so è che sono in ufficio a lavorare, ma la mente ed il cuore sono rimasti a Rebricea, persi tra quegli sguardi profondi e quei sorrisi innocenti dei bambini, che aspettano l’arrivo del pulmino sul ciglio della strada per arrivare in fattoria dove, dopo canti insieme e riflessioni per la costruzione delle loro vite, arriva la tanto adorata pizza fatta rigorosamente a mano da Mihaela e Crina.
Impossibile non pensare ai bambini di Padureni e al loro villaggio fatto di case di fango essiccato e paglia. Visi e mani segnati dal bisogno e dalla povertà, dall’incuria e la gioia nei loro occhi davanti ad un sacchetto di caramelle.
Mi ha colpito l’attenzione che questi bambini hanno per ciò che è l’insegnamento della Parola di Dio e, veramente senza parole, la gara di versetti biblici a memoria e le poesie recitate durante il loro insegnamento.
Sono ricordi ed immagini che voglio conservare gelosamente, lasciando una porta aperta nel mio cuore ed uno zaino pronto, magari, per un prossimo viaggio.”
Ludovica Modena
Due giorni. Due giorni per conoscere la Famiglia Stroi e i loro fantastici sei bambini. Due giorni per stare con i bimbi di Rebricea e di Padureni. Due giorni per conoscere una realtà che non mi aspettavo in Europa. Può non sembrare molto, ma è stato un tempo sufficiente per rendermi conto che la Parola di Dio arriva ovunque, fino all’estremità della terra. In villaggi dove l’abbandono, l’abuso e la povertà sono di casa, il programma dedicato ai bambini fatto alla fattoria e la chiesa di Padureni sono una grande benedizione. Stare a contatto, giocare e parlare con i bambini e sapere che sono dei piccoli sopravvissuti di situazioni inimmaginabili riempie inizialmente il cuore di tristezza per poi lasciar posto alla speranza; speranza che un giorno, quando questi bambini saranno diventati grandi, potranno ricordarsi di quel Gesù di cui hanno sentito parlare. Mi aspettavo che, venendo da situazioni così dolorose, questi bambini non si fidassero di me, una perfetta estranea, e invece sono stati così affettuosi da lasciarmi una grande commozione nel cuore. “Vladimira, quando torni?” Sì, mi hanno anche dato un nome in rumeno. Spero di tornare presto perché passare del tempo con loro è un onore ed una gioia immensa.
Famiglia Jones
“E’ stato motivo di grande gioia per la nostra famiglia poter andare in Romania con Bethesda nel mese di Aprile. Ogni giorno era pieno di nuove esperienze per me e Deborah e per i nostri tre figli. Ogni giorno ci presentava la possibilita’ di essere impegnati in vari servizi – dal verniciare una sala, a giocare con i bambini, a preparare delle lezioni per i ragazzi, a fare degli studi biblici…le possibilita’ di servizio sono infinite in Romania! Ciò che ci ha dato più soddisfazione è il pensiero di poter seminare il vangelo nelle vite dei bambini e dei ragazzi che Dio ha portato nella cerchia di Bethesda. Chi sa quale impatto potranno avere questi bambini che diventeranno adulti, quando il vangelo sarà fiorito in loro? Dio ci ha permesso di avere una piccola parte in questa loro formazione.
Grazie Bethesda per questa meravigliosa opportunità!”